Il 14 febbraio 2012, Ali Mohammed Baqir al-Nimr, 17 anni, è stato arrestato e condotto presso la Direzione generale delle indagini (Gdi) del carcere di Dammam, nella provincia orientale dell'Arabia Saudita. Non ha potuto vedere il suo avvocato e ha riferito di essere stato torturato da ufficiali della Gdi affinché firmasse una "confessione".
È stato detenuto nel centro di riabilitazione giovanile Dar al-Mulahaza per un anno e, a 18 anni, riportato nella Gdi di Damman.
Il 27 maggio 2014, Ali al-Nimr è stato condannato a morte dal tribunale penale speciale di Gedda per reati che includono la "partecipazione a manifestazioni antigovernative", attacco alle forze di sicurezza, rapina a mano armata e possesso di un mitra. Il tribunale si sarebbe basato sulla "confessione" estorta con la tortura e maltrattamenti e su cui si è rifiutato di indagare.
La sentenza è stata confermata dai giudici di appello presso la Corte penale speciale (Scc) e della Corte suprema. Questo riferisce la famiglia che da poco ha appreso la notizia della decisione.
Ad agosto 2015 il caso era stato inviato al ministro dell'Interno per dare attuazione alla sentenza.
Ali al-Nimr è un attivista scita e nipote dell'eminente religioso sciita Sheikh Nimr Baqir al-Nimr, di al-Awamiyya in Qatif, nella zona orientale dell'Arabia Saudita, messo a morte il 2 gennaio 2015 insieme ad altre 46 persone.
Ha esaurito ogni possibilità di appello e può essere messo a morte appena il re ratifica la condanna!
Le ricordo inoltre che l' Arabia Saudita è stato parte della Convenzione sui diritti dell'infanzia che proibisce il ricorso alla pena di morte per reati commessi da minori di 18 anni.
Infine, la esorto a stabilire immediatamente una moratoria ufficiale su tutte le esecuzioni in vista dell'abolizione della pena di morte in Arabia Saudita.
La ringrazio per l'attenzione.